Riusciranno regista e mattatore di "Traffic" a confrontarsi con una figura tanto ingombrante?
La prima parte di CHE - "El Argentino" - sarà nei cinema a fine febbraio. Rigorosamente senza pop corn...
Riusciranno regista e mattatore di "Traffic" a confrontarsi con una figura tanto ingombrante?
La prima parte di CHE - "El Argentino" - sarà nei cinema a fine febbraio. Rigorosamente senza pop corn...
Questa sì che è un’ottima partenza!
Il secondo momento di gioia è quando, una volta arrivati a Treviso, il mio amico Creeptico per eccellenza sfoggia con baldanza una maglietta che ho cercato disperatamente in lungo e in largo, senza mai trovare la taglia giusta. Accidenti alla mia stazza!
Al temine di un pranzetto veloce ci muoviamo verso la Camera di Commercio della città, lussuosa (anche se un po’ freddina) location della fiera.
Il pomeriggio trascorre allegramente in compagnia di vecchi e nuovi amici, colleghi e conoscenti vari. Approfitto di questo post per ringraziare i ragazzi della Nicola Pesce Editore (Liri, Andrea e Massimo su tutti) per la simpatia e ospitalità dimostrate, Alpo “coscienza politica del nord” per i vari scarrozzamenti pre e post birre e tutti gli altri che ho avuto modo di incontrare e conoscere per la prima volta.
Rimanete sintonizzati.
Sono in arrivo grosse novità…
La chiacchierata "filmica" dell'altro giorno, faceva più o meno così:
Interlocutore misterioso (d'ora in poi IM): "Non so come la vedi tu, ma per me l'opera di Myrick e Sanchez è un autentico capolavoro. Mai vista una roba così..."
Io: "Probabilmente non hai mai dato un'occhiata a Cannibal Holocaust, allora..."
IM: "Per carità... l'ho visto sì. E' quella porcheria in cui squartano la tararuga e decapitano la scimmia..."Senza queste tre componenti si rimane nel limbo del "vorrei ma non posso", dei "sogni infranti"...
Ok, basta sbrodolarsi addosso (Mr. Wolf avrebbe detto "farsi i pompini a vicenda" ma non mi sembrava adatto per il tono di questo post...).
La strada è lunga e io non ho percorso che una parte irrisoria del tracciato.Quelle immortalate qui sopra, sono le mie scarpe distrutte dalla due giorni metallica bolognese.
Sì, due giorni. Purtroppo, per cause non dipendenti dalla mia volontà (come si ostinava a ripetere Franco Lauro durante le numerose disconnessioni satellitari di Germania-Turchia), il Gods of Metal si è concluso prima del previsto. In questo preciso istante, probabilmente, si staranno esibendo gli Obituary di John Tardy o i Morbid Angel del buon Trey...
Vabbè, per stavolta è andata così. Di cose da dire ce ne sono comunque parecchie.
Partiamo da Venerdì:
La grande attesa per il Somewhere Back in Time Tour degli Iron Maiden comincia alle 12 in punto con i Kingcrow. Non vi saprei dire molto in merito, visto che a quell'ora ero in fila ai cancelli (sempre toppo pochi: 2 per 35.000 persone!) sotto le scudisciate del sole cocente di metà giornata. La pessima organizzazione riesce a farmi perdere anche il gruppo successivo (tali Black Tide), spalancandomi le porte del Parco Nord giusto in tempo per:
Lauren Harris:
La DJ Francesco dell'heavy metal made in England si presenta sul palco in forma smagliante; peccato che non la digerisco. Non tanto per lo scialbo rocchettino proposto (ben suonato, tra l'altro) ma per il fatto di rappresentare tutto il contrario di ciò che - a mio ingenuo avviso - dovrebbe essere questo tipo di musica: passione, sudore, jam session nei garage, concerti nelle peggiori bettole possibili. Lauren, cocca di babbo Steve, è subito saltata ai grandi festival (nei quali suonano anche gli Iron, ovviamente), rifuggendo la gavetta in ogni sua forma. Ad ogni modo, su una cosa siam tutti concordi: 'azzo se è gnocca!
Airbourne:
Gruppetto divertente impostato su un granitico quattro quarti. Piacevoli ma nulla di più...
Apocalyptica:
Una bella sorpresa. Devo ammettere che non nutrivo molte speranze a proposito del quartetto di archi finlandese. Invece, fin dalle prime note, sono stati capaci di coinvolgere il pubblico, riproponendo diverse cover di Metallica e Sepultura. Ascoltare le loro versioni di Refuse/Resist e Creeping Death (tanto per citarne un paio) è stata un'esperienza, così come vederli all'opera. Bravi e particolari.
Rose Tattoo:
Li ho ascoltati a distanza, mentre mi rifocillavo per fronteggiare la serata. Purtroppo, la cena è stata funestata dal triste spettacolino messo in piedi da alcune teste di cazzo convinte che entrare senza biglietto fosse un loro diritto. Quando uno degli addetti alla sicurezza tenta (giustamente) di respingerli, il più esagitato sbrocca di brutto e rompe alcune bottiglie di birra per utilizzarle come armi improprie. Fortunatamente, dopo un breve parapiglia tutto torna alla normalità, grazie all'intervento di una vera e propria orda di security. Delle teste di cazzo nessuna traccia...
Avenged Sevenfold:
Ovvero: come passare dalla ragione al torto in due nanosecondi! Tutto nasce al termine del primo brano della band, quando dal pubblico si leva un irriverente MAI-DEN! MAI-DEN! Il cantante non ci sta, sfanculando bellamente la platea italiana che si ribella con un fitto lancio di oggetti. Il concerto/tiro al bersaglio prosegue, mentre i chitarristi mostrano il dito medio alla folla inferocita. La situazione torna tranquilla solo quando il quintetto esegue la cover di Walk in omaggio al copianto Dimebag Darrell. Gli Avenged, però, evidentemente risentiti dal comportamento dei fans, decidono di stoppare la canzone a metà, provocando un nuovo lancio di tartine, bottiglie di plastica e liquami non meglio identificati. Il resto dello show prosegue nella più totale indifferenza, accompagnato da cori incessanti inneggianti agli headliner. Certo che quando si suona prima di un gruppo che si chiama Iron Maiden, un po' di umiltà non guasterebbe...
Iron Maiden:
O, almeno, IO non ci speravo più!
Invece, faccio ammenda per il disfattismo iniziale (legittimato dalle prestazioni precedenti, converrete anche voi) e ne approfitto per ringraziare un po' di gente:Ultimamente, sto riguardando un sacco di vecchi film di genere che hanno per protagoniste procaci fanciulle più o meno conosciute. Ansanti, crudeli, indifese, in fuga, spietate, urlatrici, vestite, in lingerie... ma sempre e comunque bellissime.
Dopo un'attenta selezione fatta apposta per vOi - "O" apertissima, mi raccomando - ho raggruppato tre donzelle nate nei mitici anni '30 e divenute, chi per un motivo e chi per l'altro, autentiche icone del bel cinema che fu...Tura Satana, l'attrice feticcio del compianto Russ Meyer. L'aver interpretato Varla nel cultissimo Faster, Pussycat! Kill! Kill! la colloca di diritto nell'Olimpo delle più amate...
Tarantino ha dichiarato che "darebbe cinque anni della sua vita per poter lavorare con lei!". Non stento a crederlo...
Poi...
Barbara Steele, la "scream queen" per antonomasia. Chi non l'ha ancora vista nel capolavoro baviano La Maschera del Demonio si faccia un bell'esame di coscienza...
Last but not least (si scrive così?)...
Dyanne Thorne. La più cattiva. Dopo aver vestito i panni della "dolce" Ilsa (e frustato un cospicuo numero di corpi esanimi), ha deciso di abbandonare il set e trasferirsi in Nevada, dove gestisce tutt'ora una cappella matrimoniale con il marito...
Tutti i gusti son gusti...
Non bastava riutilizzare beceramente le colonne sonore di film e telefilm...
Non bastava scomodare Morricone e Simonetti mentre un beota palesemente in mala fede sceglie quale pacco aprire...
No. Bisognava andare oltre...
Qualche giorno fa, mi sono imbattuto in questo:
... che subito mi ha fatto venire in mente quest'altro:
Per fortuna il vecchio Jack la prende con filosofia...
Beato lui che ha sempre una buona parola per tutti!
Bello, bello, bello!
Era da tempo che non mi sentivo così dopo aver premuto il tasto stop del lettore DVD. L'ultima mazzata risale a Cannibal Holocaust, nella gloriosa edizione VHS targata Panarecord.
Beh, forse esagero... non così tanto, dai...Mai come dopo la visione di questo filmato, mi è tornata in mente una frase di Albert Einstein:
"Non so con che armi si combatterà la Terza Guerra mondiale, ma so con cosa si combatterà la quarta: con sassi e bastoni..."
Il link è questo qui...
http://www.youtube.com/watch?v=W1czBcnX1Ww
Non è la ricerca in sè a spaventarmi, ma i suoi finanziatori...
Lo ammetto: i fumetti, per me, sono sempre stati una piacevole ossessione.
Leggerli non era sufficiente. Guardarli, neppure.
Fin dai tempi delle colossali scorpacciate di Braccio di Ferro e Cattivik, il mio approccio all'arte sequenziale prevedeva tre irrinunciabili steps:
1) "Snervante spluciamento edicoloso", con buona pace dei giornalai che mi osservavano con malcelata (in)tolleranza.
2) Lettura frenetica (ma frenetica sul serio!) delle storie.
3) Spoglio rigoroso delle singole vignette con maniacale attenzione ai dettagli.
Se dopo questa confessione rivedete nel sottoscritto le caratteristiche compulsive del serial killer, posso capirvi. Dico davvero.
Ma permettetemi di proseguire...
Da qualche anno a questa parte, infatti, insieme al lavoro di sceneggiatore, sono riuscito a trasformare la mia puntigilosa pulsione di lettore in una nuova opportunità professionale.
Qui di seguito, potete vederne il ritratto:
Sì, è Nick Raider, nella prima gloriosa copertina realizzata da Giampiero Casertano. Dopo aver abbandonato la scuderia Bonelli, il poliziotto nuiorchese (in italico idioma!) si è accasato presso Edizioni If, per un corposo (e succoso) ciclo di ristampa. La nuova edizione prevede una rubrica intitolata Tracce Nascoste, nella quale vengono sviscerate curiosità e minuzie relative all'albo in questione. Si spazia dalla crimonologia alla storia, dalla balistica alla geografia, dal cinema alla letteratura e chi più ne ha più ne metta. Tutto, partendo dalle informazioni fornite dalle singole vignette, autentiche custodi di piccoli, grandi tesori. Il curatore, come avrete capito, è il vostro Affezionatissimo (tanto per citare l'Alex De Large di Kubrikiana memoria...).
Di conseguenza, se vi piacciono le avventure poliziesche e i relativi approfondimenti, possiamo incontrarci in edicola tutti i mesi. Io ci sarò, e voi?
State tranquilli.
Niente possessioni, maledizioni o riti vudù.
I post che ogni tanto cambiano forma e posizione sono frutto soltanto della mia scarsa perizia bloggosa...
Delusi?
Mi spiace: per il soprannaturale mi sto ancora attrezzando...
Lo so.
Nell'era del consumismo più sfrenato e degli acquisti a scatola chiusa, l'editoria è ancora un'isola felice. In libreria i volumi si possono guardare, sfogliare, annusare, così come accade in fumetteria.
Il rapporto intimo che il fruitore instaura con il prodotto (e con la successiva lettura) nasce proprio lì, tra gli scaffali, da un approccio "artigianale" che troppo spesso viene relegato in secondo piano.
Così, dopo il post precedente su Doc McKunt, ecco un paio di tavole estratte dal primo numero.
Guardate, leggete e annusate. Poi, se ancora ne avrete voglia, decidete.
Lui sarà ancora là ad aspettarvi, su qualche scaffale stracolmo di idee, immagini e colori, più vicino di quanto possiate immaginare.
Statene certi.
Per tutti quelli che credevano che Ryu e Ken fossero i personaggi più fighi in assoluto.