lunedì 23 febbraio 2009

Mumble mumble...

Ogni volta che finisco un lavoro, cancello la lavagna con un colpo di spugna e ricomincio daccapo.
E' l'unico modo per permettere alle rotelline di non incepparsi mai.

Tra l'altro, c'è una succosa novità in arrivo (che confermerò solo quando le mie dita saranno impegnate a scriverla...)

mercoledì 18 febbraio 2009

Ricordando Aristide...


Dieci anni fa moriva Joe D'amato, uno degli ultimi baluardi del cinema strabis.
Un cinema fin troppo osannato nell'ultimo decennio (ma guarda un po'...) e assolutamente sottovalutato - almeno in Italia - nel periodo di massimo splendore.
D'amato (al secolo, Aristide Massaccesi), era solito definirsi così: "Quello che abbiamo sempre cercato di fare è stato dare al pubblico quello che il pubblico voleva. Con passione ed entusiasmo. E senza un briciolo di ipocrisia".

Ci è mancato, Aristide, in questi anni. E continuerà a mancarci.
Ci mancherà la sua schiettezza professionale, la sua voglia di "degenerare all'interno del Genere" e il suo amore incondizionato per il Cinema d'Intrattenimento. Nel corso della sua carriera, prima di dedicarsi alla regia, D'amato collaborò con Eugenio Bava (il padre di Mario) alla realizzazione dei titoli di testa di alcune pellicole, si impose come direttore della fotografia al fianco di mostri sacri come Fernando Di Leo, Massimo Dallamano e Umberto Lenzi e lavorò come aiuto regista in svariate occasioni.

Sì, sentiremo la mancanza di uno come Aristide.
Sentiremo la mancanza del suo periodo erotico-esotico (Papaya dei Caraibi, Orgasmo Nero, Porno Holocaust, Emanuelle e gli ultimi cannibali), dei suoi horror viscerali e morbosi che non smettevano per un attimo di spingere sull'acceleratore (Antropophagus, Buio Omega, Rosso Sangue), dei suoi fantasy "pane e salame" (la trilogia di Ator e il curioso fantawestern Anno 2020 - i gladiatori del futuro) e della sua sterminata filmografia porno che contribuì a lanciare attori e attrici di culto (Rocco Siffredi, Selen, Eva Henger).

Il cinema italiano avrebbe bisogno come non mai di un altro Joe D'amato.
Invece si accontenta di Muccino...

martedì 17 febbraio 2009

Shoooryuken!


Mancano 3 giorni all'uscita di Steet Fighter 4.
Il picchiaduro più giocato della storia videoludica torna sulle console (e i pc) di tutto il mondo, con il suo carico di lottatori bizzarri, feroci ed estemporanei. La grafica è stata implementata con filmati 3D all'interno dei combattimenti che - come giurano i programmatori - non snatureranno la natura "a scorrimento orizzontale" del Re Incontrastato degli Smanettamenti da Bar.
Pur non essendo un vero e proprio cultore di videogames, credo che acquisterò il titolo Capcom al volo. Ci sono troppi ricordi dietro quei frenetici "Round one... FIGHT!"...
Ricordi che odorano ancora di vacanze, sale giochi al mare e mancette sperperate nel tentativo di sconfiggere il bastardissimo Mister Bison. Ricordi che volevano "tacciato di infamia" chiunque utilizzasse la scossa elettrica di Blanka, l'uppercut su Chun-Li o la torcia umana di Bison.

Per quanti di voi hanno condiviso le medesime emozioni ci si vede prossimamente on line.
Siete pronti per il combattimento?

mercoledì 11 febbraio 2009

Wherever you come from, wherever you going to...

Un flyer sorvola l'oceano, sfrecciando accanto alla città distrutta.

La vignetta, ancora una volta, è opera di Roberto De Angelis.
La storia in questione?
Ne riparliamo nei prossimi mesi...

martedì 10 febbraio 2009

Mi sbagliavo...

... pensavo che gli squali si affollassero unicamente attorno al sangue dei vivi.
Invece si accaniscono anche contro i morti...

domenica 8 febbraio 2009

Decameron!


Venerdì sera ho assistito all'ultimo spettacolo di Daniele Luttazzi (l'ultimo in ordine cronologico, si intende...).
Com'è stato? Grande.
L'autore satirico nato a Santarcangelo di Romagna gioca coi tempi comici con una semplicità disarmante, creando un maelstrom di (dis)informazione e irriverenza che lascia storditi. Due ore e un quarto di divertentissima ferocia spalmata sui quattro elementi cardine della satira: politica, sesso, religione e morte.
Come si dice a Milano: inscì vèghen!

giovedì 5 febbraio 2009

Evvai di remake!

Per i fanatici dell'horror, sono in arrivo due remake.

Ecco i trailerz:





Se per il nuovo avvento di Jason nutro qualche, seppur tenue, speranza (il regista è Marcus Nispel, già impegnato nella - gradevole? - rivisitazione di Texas Chainsaw Massacre), sono totalmente scettico riguardo un Last House on the Left targato 2009.
L'opera prima di Wes Craven traeva la propria linfa vitale dal sottobosco del passaparola, delle irrintracciabili versioni uncut (si vocifera tutt'oggi di un'edizione giapponese con un paio di scene in più) e di tutta quell'aura nasty che aleggiava dentro e intorno al film.
Li voglio vedere, adesso, alle prese con Krug e un budget multimiliardario...

mercoledì 4 febbraio 2009

Mi sembrava giusto farlo...

... per cui posto qui di seguito le prime 5 tavole di sceneggiatura del mio esordio Nathanoso. Pronti con l'albo alla mano?
Via!

Tav. 1

Nota
Le prime 5 tavole sono accompagnate da una pioggia torrenziale.
Tutti gli esterni sono bui, confusi, frastagliati. Anche quando non specificato, questo aspetto dovrà essere parte integrante della vignetta.
I protagonisti della scena sono Rose Richards e Tom Ordell. Lei è una ragazza bellissima che porta i capelli biondi raccolti in una coda e indossa vestiti semplici abbinati con gusto. Tom è il suo fidanzato. Ha i capelli corti, il pizzetto ben curato e sfoggia un bel completo scuro. Entrambi hanno all’incirca venticinque anni.

1/2 – Esterno. Notte.
Un’auto sportiva (vedi documentazione) corre lungo una strada deserta.
I fari sono accesi e i tergicristalli in movimento. In sfondo, si scorge l’imponente profilo della città e la gigantesca sagoma di Urania.

Dida in alto: PROLOGO
Onomatopea: WROOOOM!
Voce dalla macchina: Mi dispiace che la serata sia andata in questo modo, Rose, davvero… avevamo in programma una cena al Tropicalix da così tanto tempo…
Voce dalla macchina 2: Non essere sciocco, Tom. Nessuno poteva prevedere un simile diluvio…

3/4 – Interno dell’abitacolo.
Il ragazzo è alla guida con Rose accanto sé.

Tom: Lo so… ma se quell’impegno di lavoro non mi avesse bloccato in ufficio fino alle nove, ci saremmo potuti muovere per tempo e… chissà…
Rose: Già, chissà… se mi fossi fidanzata con un meteorologo anziché un programmatore, la scusa per essere arrabbiata ce l’avrei…

5 – Rose sorride.

Rose: Via, non fare il bambino! Quante volte ti ho ripetuto che quando sono con te il luogo non ha nessuna importanza? Mi divertirei anche a una partita di fightball…

6 – Tom guarda verso di noi con aria divertita.

Tom: Cavolo, questa si che è una notizia! Domani prenoto subito i biglietti per le finali!

Tav. 2

1 – Rose si volta verso Tom (lasciato fuoricampo).
L’inquadratura è da dietro, come se fossimo posizionati sul sedile posteriore e guardassimo in direzione del parabrezza. Nella vignetta si deve vedere chiaramente lo specchietto retrovisore interno dell’auto.

Rose: Ehi, così non vale, ruffiano!

2 – Zoom sullo specchietto retrovisore.
I fari di un veicolo si stagliano nella pioggia.

Vfc: Ah! Ah! Ah!

3/4 – Esterno.
L’auto di Tom prosegue lungo la carreggiata, seguita a debita distanza da un furgone tozzo e scassato (il modello è simile a quello che trovi allegato in documentazione).

Onomatopea: WROOOOM!

5 – L’auto dei ragazzi rallenta e accosta al marciapiede.
Dietro di loro, il furgone non c’è più.

6 – Dettaglio.
Ruota dell’auto che frena.

Onomatopea: SKREEE!

Tav. 3

1 - Interno dell’abitacolo.
Tom e Rose, abbracciati, si guardano negli occhi. Sono proprio innamorati!

Tom: Eccoci arrivati, principessa. Sicura che non desideri essere accompagnata alla porta?
Rose: Naaaa… credo di potermela cavare da sola, mio cavaliere…

2 – Tom e Rose si baciano.

¾ - Esterno.
Vediamo per la prima volta la casa di Rose.
Si tratta di una villetta senza troppe pretese, situata in una zona periferica della città (vedi lo schema sottostante per la disposizione degli elementi). Sotto il patio, la finestra a destra della porta d’ingresso è illuminata. La ragazza corre sul vialetto d’accesso tirandosi il soprabito fin sulla testa mentre, dietro di lei, l’auto del fidanzato riparte a tavoletta.

Onomatopea: WROOOOM!

5 – Rose - di spalle - è ferma davanti alla porta di casa e si fruga nelle tasche.
Il balloon della voce fuoricampo è graficamente differenziato dagli altri, “tremolante”.

Vfc (dalla sinistra): Hhh…

6 – Primo piano di Rose che si volta di scatto nella nostra direzione (a sinistra).

Rose: ?!

Tav. 4

Nota
In questa tavola entra in scena un nuovo personaggio.
Per il momento, lo chiameremo Predatore. Si tratta di un colosso alto più di due metri che indossa una giacca a vento col bavero alzato e un cappellino da baseball con l’aletta calata sul volto. Porta pantaloni larghi con tasconi ai lati e scarponi militari rivestiti da cuffie di plastica (di quelle utilizzate per non lasciare impronte con la suola). E’ fondamentale che, per ora, la sua faccia rimanga costantemente in ombra!
I balloon di questo personaggio, come accennato in precedenza, saranno sempre differenziati graficamente.


1 – Soggettiva di Rose.
Sul fondo del patio, vicino all’angolo antistante la siepe, si staglia la silhouette del Predatore.

2 – Primo piano di Rose terrorizzata.

Rose: Ma chi… ?

3 – Stessa inquadratura di vignetta 1.
Un lampo illumina il Predatore. L’uomo rimane immobile con la pioggia che gli scivola addosso.

Onomatopea: CRAAACK!

Vignette 1, 2 e 3 sulla stessa striscia.

4/5 – Zoom out.
Ci allontaniamo dal patio e inquadriamo il momento dell’aggressione rimanendo sul marciapiede antistante la casa. L’energumeno si avventa su Rose e le mette una mano sulla bocca.

6 – Mezzobusto di Rose tra le braccia del Predatore.
L’uomo le preme un tampone sulla bocca, facendole perdere i sensi.
Le mani dell’aggressore sono forti e nerborute e portano i segni di una devastante ustione precedente. Stranamente, non indossa guanti.

7 – Figura intera laterale. Un nuovo lampo rischiara la scena.
Il Predatore – dopo essersi caricato Rose in spalla - si china per depositare qualcosa davanti alla porta di casa. Da quest’angolazione, non riusciamo a capire di che cosa si tratta.

Onomatopea: CRAAACK!

Tav. 5

1 – Dettaglio.
L’oggetto lasciato davanti alla porta è un fiocco rosa, di quelli utilizzati per annunciare una nuova nascita.

2 – Fianco della casa.
Il Predatore sbuca da dietro l’angolo con Rose in spalla.
In primo piano abbiamo il retro del furgone visto nella terza vignetta di tavola 2.

3 – Inquadratura dall’interno del retro del furgone (come se fossimo seduti nel cassone posteriore e guardassimo frontalmente, in direzione dello sportello a due ante del vano).
Il rapitore carica la ragazza priva di sensi.

Predatore: Hhh…

4 – Inquadratura dal bacino in giù del Predatore che sale a bordo del furgone per mettersi alla guida. Questa vignetta ci permette di notare gli scarponi militari avvolti nelle cuffie di plastica. La parte anteriore del veicolo è visibilmente incidentata.

5/6 – Il furgone si allontana nella notte, sotto il diluvio.
In sfondo, intravediamo il retro dell’abitazione. Il terreno sul retro di casa Richards è smosso e sconnesso, non sembra una strada. Per ora, però, a causa del buio e della pioggia, non riusciamo a capire di che cosa si tratta.

Onomatopea: WROOOOM!

Eccola qua! Blogger mi ha incasinato un po' l'impaginazione ma questo è quanto. A breve succosi aggiornamenti sulle prossime avventure dell'agente Alfa!

lunedì 2 febbraio 2009

Missing f*****g faces...

Orpolà!
Da qualche giorno, ogni volta che commento su un blog, la mia faccina in bianco e nero non compare più... mannaggia alle nefandezze del Picasa Album, che diavolo sta succedendo alla mia identità?!?

Il 6 marzo tutti al cinema!

Doveva essere già uscito da un paio di giorni, invece è stato posticipato di un mese...



Aspetterò...