venerdì 25 settembre 2009

Massì, dai... perchè no?



Il Papi subito Nobel per:


Cliccate pure sulla tabellina presa da Wikipedia, così leggete meglio...

lunedì 21 settembre 2009

Visioni cumulative! Giuntina...


Ah, dimenticavo...
Con colpevolissimo (ma issimo, issimo!!!) ritardo ho visto anche Martyrs.

Molto ma mooolto bello!
Peccato che non sia un torture porn (non a tutti gli effetti, almeno...).
Se i vari Guinea Pig basavano la loro forza sul mero impatto visivo e Hostel si limitava ad accodarsi a un'estetica della morte più grandguignolesca che disturbante, Martyrs attinge ai canoni del genere forte di un'idea che lo pone immediatamente - o meglio, dopo la prima visione - sotto i riflettori di un'altra categoria.
Una categoria più ampia del torture porn.

Credo che l'opera di Laugier rientri a pieno merito nel panorama del cinema estremo, rifuggendone le etichette precise (il ventaglio di sottogeneri presi in esame è decisamente troppo vasto per sacrificarne alcuni a favore di altri).
Così come accadeva per il compianto Alberto Cavallone, d'altronde: dove potrebbero essere collocate pellicole come Blue Movie o Spell?

Al di là delle catalogazioni, comunque, Martyrs è un film solido nella sua intransigenza.
I colpi di scena, seppur telefonati sul QUANDO, sono decisamente spiazzanti sul COSA. Ed è proprio lì la sua forza...
La follia che accompagna Anna e Lucie nella prima parte dell'incubo che le vede protagoniste, viene brutalmente interrotta da una realtà ancor più allucinante a cui non possono sottrarsi.
Né loro, né noi.

Piccola nota a margine.
Come per tutti i nasty movie che si rispettino, anche di Martyrs si paventano edizioni uncut (97 minuti contro i nostri 85) sperdute in chissà quale dungeon.
Leggende metropolitane? Forse...

Visioni cumulative!

aka: alcuni di titolazzi da vedere...
o evitare come la peste!

DEAD SNOW
(2009, Tommy Wirkola)

Dalla Norvegia con furore!
Dopo Kill Buljo (parodia di... indovinate un po' cosa?), Wirkola torna alla carica con uno splatterone d'altri tempi, tutto sangue, grida e humor nero. Questa volta, i "giovincelli da macello" (sempre loro, sì!) si imbattono in un plotone di nazi-zombies che infesta le montagne del grande nord.
Lo strillo che troneggia in locandina è oltremodo eloquente: "Ein! Zwei! DIE!".
Come rinunciarci?



EMBODIMENT OF EVIL
(2008, José Mojica Marins)

Dopo quarant'anni di silenzio, Coffin Joe torna a far parlare di sé.
Lo fa con un film che dovrebbe essere la logica conseguenza di At Midnight I'll take your Soul (1963) e This Night I will possess your corpse (1967), riuscendoci... soltanto a metà.
La tuba è sempre quella, il mantellaccio pure, le unghie ritorte fanno più schifo del solito e il motivo che spinge il buon Zé Do Caixao a disseminare cadaveri a destra e a manca è rimasto invariato.
Questa volta, però, la ricerca della donna in grado di fornirgli il figlio perfetto pecca un po' di mordente. C'è tutto quello che vorremmo ci fosse in un film di Coffin Joe, intendiamoci, ma l'ambientazione moderna - nonostante i frequenti flashback e l'esasperazione dell'aspetto folkloristico/superstizioso dei sobborghi di San Paolo - lascia un po' perplessi.
Le gag del perfido becchino (uscito di prigione dopo aver scontato quarant'anni per omicidio) costretto a confrontarsi con un mondo che non conosce sono carine... ma non molto in linea con il personaggio.
Ad ogni modo, pur trattandosi di un prodotto realizzato "fuori tempo massimo" (la sensazione è questa), la visione rimane caldamente consigliata...

CHAIN REACTION/HOUSE OF BLOOD
(2006, Olaf Ittenbach)

Brutto.
E dire che nella triade dello splatterpunk tedesco, Olaf si è sempre contraddistinto per essere il più efferato (qualcuno ricorda le sequenze finali di Black Past o The Burning Moon?).
Chain Reaction è un filmetto squallido, pretenzioso, senza un briciolo di passione. Il gore è dozzinale (nel senso peggiore del termine), di routine... anche l'ultima ciofeca di Schnaas (Don't wake the Dead), in confronto, ha qualcosa da dire.
L'unica cosa che si salva è il montaggio.
Un po' poco, no?

martedì 15 settembre 2009

Alcatraz moshpit!

La notizia è di quelle da far tremare i polsi.
Gli Slayer tornano in Italia - per l'ultima volta? - con il tour di supporto a "World Painted Blood" (in uscita a fine Ottobre), decidendo di calcare i palchi dei "piccoli" locali come nei primi anni della loro carriera.

Una roba del genere, insomma:



L'appuntamento è per il 9 Dicembre all'Alcatraz di Milano.
Io cercherò di esserci... e di tornare sedicenne per un'ottantina di minuti...

mercoledì 9 settembre 2009

Di video in video...

Chiedo venia per gli ultimi post poco loquaci.
Ma anche questo merita un casino...

mercoledì 2 settembre 2009

martedì 1 settembre 2009

Povero Jason...


Non avendolo visto al cinema, l'altro giorno ho recuperato il DVD dell'ultimo (???) "Venerdì 13" targato Marcus Nispel.
Mi fidavo. Il remake di "Non aprite quella porta", pur non paragonabile al capolavoro Hooperiano, mi era tutt'altro che dispiaciuto.
Questa volta, invece, non appena pigiato il tasto play del telecomando, sono stato catapultato in una valle di lacrime.

La questione è semplice: Jason non è Jason.
Il che è strano se se si considera che Sean Cunningham (il "papà" del ragazzone col machete) ha supervisionato il progetto come al solito.

Ora, se vogliamo far approdare Jason nello spazio (Jason X) o farlo combattere contro l'altro supercattivo slasheroso della New Line (Freddy vs. Jason), tutto è permesso. Valgono le armi laser, le battutacce di Robert Englund, il fatto che la maschera da hockey venga sostituita con un innesto cibernetico.
Ci sta. Lo accetto. Perchè in quel momento, è chiaro che Jason non è Jason!
Se però si decide di tornare a Crystal Lake e fare un mix dei primi capitoli, le cose cambiano.

Occhio che adesso spoilero un po'...

Nel suo habitat naturale, Jason non colpisce con un arco alla John Rambo, non ha l'intelligenza per creare un fitto labirinto di gallerie sotterranee e, soprattutto, non corre. Non corre, mai!
Sono le teenager tettone e ignude a farlo (beh, in quanto a tette, c'è da dire che Nispel ha tenuto fede ai canoni della saga). Jason è un bulldozer, un gigante in salopette inarrestabile!
Non è poliedrico come Freddy. Non ha la carica fetish di Pinhead. E' un cazzo di redneck deforme con un machete.
Punto e basta.

Prossimamente, tanto per farmi del male, darò anche un'occhiata al remake de "L'ultima casa a sinistra".
Brrr...
Restate sintonizzati.