mercoledì 20 agosto 2008

Ci siamo...



... ora posso dirlo.

E' quasi un annetto che collaboro con la Sergio Bonelli Editore.

Grazie alla supervisione (e alla pazienza) di Antonio Serra sono entrato a far parte dello staff di sceneggiatori Nathaneveriani...

Al momento sto utlimando la mia terza storia.
La prima, se tutto andrà come previsto, uscirà in edicola entro la fine del 2008.
Per quanto riguarda i disegni sono in una botte di ferro: l'albo, infatti, sarà opera dell'immenso Roberto De Angelis (che ancora non ho avuto modo di ringraziare per le bellissime tavole realizzate fin'ora, e ne approfitto per farlo qui...).

Entrare a far parte di una scuderia tanto prestigiosa mi riempie di orgoglio.
Alla faccia di chi dice che le porte di via Buonarroti sono chiuse agli esordienti...

Per quanto riguarda la mia esperienza personale, posso solo dire che la disponibilità dimostratami è stata davvero notevole.
Con questo non voglio certo sminuire l'indispensabile gavetta che mi ha portato a scrivere le avventure dell'Agente Speciale Alfa. E' stata una parte importante della mia crescita professionale e, senza di essa, starei probabilmente piangendo in qualche angolo incolpando "il mondo crudele e magna-magna che non capisce la mia arte" (thanx, Diego!).

La verità è che per raggiungere gli obiettivi sono necessarie tre cose:
1) Impegno, cocciutaggine e passione.
2) Capacità.
3) Trovarsi nel posto giusto al momento giusto (che poi è una logica conseguenza dei punti 1 e 2).

Senza queste tre componenti si rimane nel limbo del "vorrei ma non posso", dei "sogni infranti"...

Ok, basta sbrodolarsi addosso (Mr. Wolf avrebbe detto "farsi i pompini a vicenda" ma non mi sembrava adatto per il tono di questo post...).

La strada è lunga e io non ho percorso che una parte irrisoria del tracciato.
Sotto! A tutta forza!

Stay tuned...

martedì 5 agosto 2008

Are you ready for war?!?

Io lo sono, e voi?
Dopo una pesantissima mesata di spostamenti di scatoloni, mobili, elettrodomestici e quant'altro, rieccomi nel Sotterraneo pronto alla pugna!

Allora...

Se non ricordo male, devo ancora parlarvi di quello che, a mio avviso, è stato il miglior concerto del Gods of Metal 2008.
Mi riferisco all'ennesima calata italica dei macellai californiani, ovviamente...
Signore e signori: gli SLAYER!

Devo ammettere che prima che luci si spegnessero e le mani cominciassero ad agitarsi in aria, ero piuttosto scettico riguardo lo spettacolo che mi attendeva.
Negli ultimi concerti di Araya e Co, infatti, avevo notato una certa "scazzataggine": show cortissimi (un'ora e dieci a dir tanto), presenza scenica ridotta all'osso, zero rapporto con i fan (giusto un "Thank you very much!" in chiusura).
Invece, questa volta, il quartetto creatore della musica estrema (al quale death e black saranno eterni debitori) è apparso subito in gran spolvero...

Si parte con l'opener "Diciple", seguita a ruota da altri due pezzi recenti.
Il pubblico si dimostra tiepido, con qualche roccolo di pogo che stenta a dilagare come dovrebbe.
Con il quarto brano, però, le cose cambiano.
Quello che segue è un resoconto dettagliato dell'inizio della fine (oltre che il motivo per il quale - posizionandomi quasi sempre a metà strada tra mixer e palco - evito accuratamente di portare con me macchine fotografiche et similia):



Da qui in avanti la devastazione è totale, con una scaletta terrificante, da far tremare i polsi.
Le moderne scudisciate di "Jihad" e "Payback" si alternano agli storici cavalli di battaglia, tra i quali spicca la (in)dimenticata "Ghost of war".
La risposta del pubblico è incredibile, con gente che vola da tutte le parti, manco fosse un film di Bud Spencer. "Dead Skin Mask" e "Mandatory Suicide" chiudono in bellezza la gig... ma tutti sanno che non è ancora tempo di dormire.
Dopo qualche minuto di buio totale e cori ininterrotti inneggianti alla band, Araya torna sul palco col suo sorriso sornione, seguito a ruota da Hannemann e King alle asce e il redivivo Lombardo dietro le pelli.
E' il momento di "South of Heaven", "Postmortem", "Raining Blood" e "Angel of Death".
Il delirio diventa quasi incontrollabile, con diverse facce sanguinanti ma felici che zompettano intorno al sottoscritto scuotendo i capoccioni. ll frontman si concede addirittura un applauso rivolto al gigantesco mosh-pit creatosi davanti al palco, nelle zone limitrofe, sulla collinetta in fondo...
Al temine di una prestazione pressochè perfetta, il mio orologio contava un'ora e cinquanta di musica...
Alla faccia dell'età!