martedì 30 settembre 2008

Fist & Furious! (Fumetti in TV e ritorno)

Un pugno al cielo.
Ecco l’inizio della minitrasferta a Fumetti in TV.
Dopo l’incontro mattutino in quel della stazione di Sesto, io, Emanuele, Alex , Sarah, Alberto e Giustina, ci mettiamo in viaggio alla volta del nord-est.
L’immancabile sosta all’autogrill “cappuccino-brioche-sigaretta” si dimostra subito azzeccata e ci scaraventa di prepotenza in un raduno di bikers barbutissimi che strappa la mia prima esultanza.

Questa sì che è un’ottima partenza!

Il secondo momento di gioia è quando, una volta arrivati a Treviso, il mio amico Creeptico per eccellenza sfoggia con baldanza una maglietta che ho cercato disperatamente in lungo e in largo, senza mai trovare la taglia giusta. Accidenti alla mia stazza!

Al temine di un pranzetto veloce ci muoviamo verso la Camera di Commercio della città, lussuosa (anche se un po’ freddina) location della fiera.

Il pomeriggio trascorre allegramente in compagnia di vecchi e nuovi amici, colleghi e conoscenti vari. Approfitto di questo post per ringraziare i ragazzi della Nicola Pesce Editore (Liri, Andrea e Massimo su tutti) per la simpatia e ospitalità dimostrate, Alpo “coscienza politica del nord” per i vari scarrozzamenti pre e post birre e tutti gli altri che ho avuto modo di incontrare e conoscere per la prima volta.

Rimanete sintonizzati.
Sono in arrivo grosse novità…

mercoledì 17 settembre 2008

Letture d'agosto (parte 1)

Ebbene sì.
Tra scatoloni del trasloco, tavole da consegnare e progetti da mettere in piedi, ho anche trovato il tempo di leggere. O meglio, non l'ho trovato, ma mi sono imposto di fare il consueto giretto in fumetteria a caccia di novità.

Come al solito, di roba bella ne è uscita un po'...

1) SCALPED
Testi: Jason Aaron / Disegni: R.M. Guéra

Ovvero: cosa succede quando un incazzatissimo indiano d'america torna alla riserva armato di nunchaku.
Nonostante Aaron peschi a piene mani da Ennis, il primo volume della serie targata VERTIGO scorre piacevolmente, senza lasciare in bocca lo sgradevole sapore del "già visto". La storia è ben costruita, coinvolgente, particolare a suo modo. L'utilizzo dei flashback per la caratterizzazione dei personaggi è gestito in maniera efficace, scongiurando il pericolo della perdita di ritmo.
Se volete farvi un viaggetto tra le miserie del South Dakota, quest'albo fa sicuramente per voi...

2) DEVIL: PARTI DI UN BUCO
Testi: David Mack / Disegni: Joe Quesada

Chiariamo subito: "Rinascita" e "L'uomo senza paura" sono un'altra cosa.
Eppure, l'opera di Mack e Quesada (reduce dal precedente - e a mio avviso migliore - "Guardian Devil"), riesce a ritagliarsi il suo spazio, sfruttando la cecità di Murdock come trait d'union con il personaggio di Maya, una ragazza sorda in grado di riprodurre fedelmente ogni cosa che vede.
Anche il ciccionissimo Kingpin fa la sua porca figura, con una parentesi introspettiva davvero niente male.
Il finale poi... beh, scopritelo da soli...

3) TOM STRONG Vol. 4
Testi: Alan Moore + vari / Diegni: Autori vari



Dopo il mezzo passo indietro del terzo volume si torna a fare sul serio, con una minisaga in tre parti di Moore che ci propone un what if di tutto ripetto. Cosa sarebbe successo se la madre del supereoe di Millennium City si fosse attardata per un istante sulla banchina del porto? E se l'attuale moglie di Tom avesse in realtà sposato il suo nemico giurato?
Come suo solito, lo sceneggiature più barbuto del mondo gioca con ipotesi e universi paralleli divertendosi un sacco. E si vede.
La forumla del "cosa sarebbe successo se", già di per sè sfiziosa, è qui arricchita dalla perizia di Moore che mette in mostra tutto il suo immaginario. Grande la parentesi cartoon! E non dico altro...
Peccato per le due storie d'appendice, veri e propri fill-in con poco spessore.
Ma ci si può accontentare...

giovedì 11 settembre 2008

Zona di guerra...

Che facciamo, ci speriamo davvero questa volta?

Massì, dai...

venerdì 5 settembre 2008

Siamo alle solite...

Chi mi conosce sa quanto io sia sensibile al fenomeno ultras.
Un po' per i miei vecchi trascorsi "da stadio" (molto più tranquilli di quanto la foto qui sopra lasci presagire, a dire la verità) e un po' per il fascino che da sempre esergitano su di me le varie (sotto)culture.

31/08/2008: Prima giornata di campionato.
Dopo le morti di Sandri e Raciti (solo per citare le tragedie più recenti), il famoso "giro di vite" e la tanto decantata "tolleranza zero", si attende Roma-Napoli con una certa inquietudine. Come prevedibile, si temono incidenti e gran bordello, nonostante gli appelli dei capitani a "tenere un comportamente sportivo corretto" (il perchè qualcuno debba leggere un COMUNICATO UFFICIALE per manifestare il PROPRIO pensiero, rimane di per sé un mistero).

I casini, puntualmente, si verificano.
I tifosi del Napoli assaltano la stazione di Roma Termini e distruggono svariate carrozze (un treno intero, a sentire qualcuno), in barba alle belle parole di presidenti e addetti ai lavori.

Se lo meritano. Loro e la loro fottuta demagogia.

Il giorno successivo, le trasmissione televisive cominciano a riversare la solita marea di stronzate sui poveri (?) telespettatori, dando vita a tavole rotonde, caroselli mediatici, tempeste di "non si può andare avanti così-sono tutti delinquenti-sbattiamoli in galera e gettiamo via le chiavi", dibattiti politici (il ministro dei trasporti, dopo la questione Alitalia, ha affermato impunemente che per appianare il danno causato dai napoletani in trasferta sarà costretto ad aumentare il prezzo dei biglietti!) e via discorrendo...

Si parla, ci si arrovella, mentre le massaie buttano la pasta e ascoltano per la milionesima volta la consueta, stanca tiritera. Perchè meravigliarsi? In fondo, è quello che desiderano. Demagogia spicciola: "Noi siamo meglio di loro, il calcio è un'altra cosa, facciamo come in Inghilterra" e avanti così per ore.
La gente non si stanca, rimane incollata allo schermo, crogiolandosi nella più becera indignazione. Sentirsi nel giusto, tutto sommato, fa dormire meglio la notte.
"Ah, se mio figlio diventa come quelli lì, una pedata nel culo e lo sbatto fuori di casa!".
Bravi, avete risolto il problema.

Ad ogni modo, dopo accesi dibattiti e ridicole prese di posizione, la "scatola malefica" regina dei salotti, giunge a due conclusioni:
1) Cercare il dialogo con gli ultras.
2) Bastonarli fino al prossimo diluvio universale.
Le luci si spengono, applausi... è lampante che non hanno capito un cazzo (o sono bravissimi a mentire, decidete voi).

Come si può pretendere di "dialogare" con persone a cui la possibilità di parola è stata tolta da un pezzo? Come si può sperare di essere tutti amici, come se nulla fosse accaduto? Signori miei, d'accordo l'ipocrisia ma quando è troppo è troppo. Desiderare stringere la mano a chi ha le dita spezzate, è stupido oltre che disonesto.
E con questo non mi riferisco unicamente alle vicende che ruotano attorno al mondo del pallone.
La nostra società è programmata per programmare, costruire automi buoni a riprodursi e non pensare. Il concetto di COLLETTIVITA' è bandito sin dai primi anni di vita, a favore di uno squallido egocentrismo più ottuso che orgoglioso.
E se io, quindicennne incazzato e incazzoso, trovo un momento di aggregazione nella curva della mia città che faccio? Se non ho altri parametri di riferimento oltre a quelli inculcatimi a forza come posso oppormi, scegliere?

Allora, davanti a una cosa tanto complessa persino da spiegare, meglio armarsi di lacrimogeni CS, usare il manganello al contrario e riempire i piazzali degli stadi di giovanotti col caschetto blu e gli stessi problemi dei loro "rivali". Aggiungendo violenza alla violenza.

Mi pare di vederla la tranquilla famigliola italiana davanti alla tv in questi giorni. "Ah, se mio figlio diventa come quelli lì, una pedata nel culo e lo sbatto fuori di casa!"
Ottimo ragionamento. Nell'armadio ha già una sciarpa da annodarsi davanti al volto e tanta voglia di poter dire finalmente la sua.
A qualunque costo...

mercoledì 3 settembre 2008

Perchè mi piace Cannibal Holocaust.


"Che cazzo di titolo è!", direte voi.
Beh, è un titolo semplice e diretto.
Se non vi interessa l'argomento, potete pure passare oltre.

Mi è ventuo in mente l'altro giorno, dopo l'ennesima discussione sull'opera di Deodato. Ormai è come una calamita: ogni volta che attacco a parlare di cinema con qualcuno, CH salta fuori come il proverbiale coniglio dal cilindro. La verità, forse, è che un po' ci marcio su 'sta cosa, ma quando si decide di discutere di The Blair Witch Project, è più forte di me; CH comincia a farmi ciao con la manina e io non riesco a desistere dal metterlo sul banco della pugna dialettica...

La chiacchierata "filmica" dell'altro giorno, faceva più o meno così:

Interlocutore misterioso (d'ora in poi IM): "Non so come la vedi tu, ma per me l'opera di Myrick e Sanchez è un autentico capolavoro. Mai vista una roba così..."

Io: "Probabilmente non hai mai dato un'occhiata a Cannibal Holocaust, allora..."

IM: "Per carità... l'ho visto sì. E' quella porcheria in cui squartano la tararuga e decapitano la scimmia..."

Io: "Ah, è una porcheria per quello?"

IM: "Certo, come fa a piacerti una schifezza del genere?!? E' un film per sadici!" [e qui mi guarda un po' inquietato...]

Io: "Beh... allora dovrebbero esserlo anche Apocalypse Now e Novecento. Hai presente il caribù macellato [da vivo] e il maiale squarato in primo piano?"

IM: "Dài... che cazzo c'entra? Non vorrai mica paragonarli a..."

Alt!
"Non vorrai mica paragonare" cosa?
I casi sono due:

A) Ti stai riferendo all'aspetto TECNICO del film. E allora sfido chiunque a dire che CH non era vent'anni avanti rispetto al periodo di produzione...

B) Stai dicendo che esistono animale di serie A e serie B. Ovvero: se il caribù lo secca Coppola è ok, altrimenti non va bene.

Io credo che a dar veramente fastidio sia la spiccata vena anarcoide che pervade CANNIBAL HOLOCAUST. E con ciò non intendo QUELLO che viene raccontato (o COME), ma la netta sensazione che un manipolo di mestieranti (artisti?) italiani si sia recato in Colombia per fare esattamente quel cazzo che gli pareva...

In questo caso, si sta facendo un PROCESSO ALLE INTENZIONI.

Ecco. L'ho detto.
D'ora in avanti giuro che non parlerò più del suddetto film che, come anticipato nel titolo, mi piace e continuerà a piacermi (come fulgido esempio di pura exploitation, ovvio, non certo come spot del WWF).

Ora scusate, vado a portare a spasso il cane...