Io lo sono, e voi?
Dopo una pesantissima mesata di spostamenti di scatoloni, mobili, elettrodomestici e quant'altro, rieccomi nel Sotterraneo pronto alla pugna!
Allora...
Se non ricordo male, devo ancora parlarvi di quello che, a mio avviso, è stato il miglior concerto del Gods of Metal 2008.
Mi riferisco all'ennesima calata italica dei macellai californiani, ovviamente...
Signore e signori: gli SLAYER!
Devo ammettere che prima che luci si spegnessero e le mani cominciassero ad agitarsi in aria, ero piuttosto scettico riguardo lo spettacolo che mi attendeva.
Negli ultimi concerti di Araya e Co, infatti, avevo notato una certa "scazzataggine": show cortissimi (un'ora e dieci a dir tanto), presenza scenica ridotta all'osso, zero rapporto con i fan (giusto un "Thank you very much!" in chiusura).
Invece, questa volta, il quartetto creatore della musica estrema (al quale death e black saranno eterni debitori) è apparso subito in gran spolvero...
Si parte con l'opener "Diciple", seguita a ruota da altri due pezzi recenti.
Il pubblico si dimostra tiepido, con qualche roccolo di pogo che stenta a dilagare come dovrebbe.
Con il quarto brano, però, le cose cambiano.
Quello che segue è un resoconto dettagliato dell'inizio della fine (oltre che il motivo per il quale - posizionandomi quasi sempre a metà strada tra mixer e palco - evito accuratamente di portare con me macchine fotografiche et similia):
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