lunedì 21 giugno 2010

AHAHAHAHAHAHAH!


Niente da fare.
Il calcio è uno sport ultraprofessionistico, ultrapagato e ultratuttoilresto.
La nazionale è l'ultimo pensiero dei calciatori.
Prima vengono i club, i superingaggi, le macchinone e le troie.

I mondiali sono diventati una vetrina.
Se guadagno dieci milioni di euro nel mio bel Real Madrid/Inter/Manchester United/Barcellona, che cazzo me ne frega di mettermi in mostra? Perchè dovrei sudare più del necessario?
Gioco nell'Inghilterra/Francia/Italia/Eviadiscorrendo, mica nel Ghana o nelle Isole Faroer (che, se non ricordo male, ci avevano messo in difficoltà, qualche annetto fa).
E così fioccano i pareggi, le prestazioni scadenti, l'Equipe che pubblica in prima pagina le parole che Anelka avrebbe detto a Domenech dopo le 2 pappine prese dal Messico ("Va te faire enculer, sale fils de pute!").
Il grido di un intero Paese spiattellato in prima pagina, ci pensate?
Povero Raymond...

Le prime due partite degli Azzurri non sono solo state brutte per il non gioco espresso, la totale mancanza di idee e l'assenza di un vero fuoriclasse. Sono state avvilenti per l'atteggiamento menefreghista che ha contagiato tutti, da Lippi a Gilardino.
Montolivo, il cardine di centrocampo (ha preso un palo, ok!), ha sempre l'espressione di chi è lì per caso. Marchetti è lì per caso davvero, quindi l'espressione non conta.
Iaquinta e Gilardino non fanno movimento, Cannavaro è diventato gracile tutto d'un tratto, Zambrotta si attacca a un polmone d'acciaio tra il primo e secondo tempo e Camoranesi, quando entra, picchia.
Almeno è coerente.

Si salvano Pepe e De Rossi.
Per la grinta.

P.S: Solo Salvatore Bagni sembra non capire la situazione ma, in fondo, non mi sorprende.


A voi sì?

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